"Perchè dobbiamo essere repressi quando cerchiamo di fuggire..."

domenica 30 gennaio 2011

titolo?

Come pubblicizzavamo bene i nostri sentimenti fittizi le nostre soste vietate solo per bere qualcosa e le ronde ci deportavano via volentieri. I nostri sogni diventavano polveri sottili e ci parlavano di crisi. Più tardi saremo terribilmente vecchi. Non avremo nipoti a cui raccontare le nostre storie perché con le centrali nucleari sui soffitti saremo alquanto sterili e stanchi. Quando ritornavamo ognuno a casa propria la neve aumentava/mi ricordava il plasma che si scioglieva su quelle lingue di catrame/le prostitute che diventavano pupazzi.

Ogni volta che ti emozionavi/i tuoi occhi diventavano palloni aerostatici che puntualmente andavano a bucarsi contro i tralicci dell'alta tensione/ti asciugavo con le parole e intanto/ci fondevamo.

lunedì 24 gennaio 2011

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Tutte quelle perturbazioni titubanti/quelle previsioni al telegiornale la sera prima/per vedere quanto eri lunatica il giorno dopo e se avevi voglia di fare l'amore/l'estradizione delle tue parti molli che rifiutavi sempre/per quanto mi mancavi sopperivo con il gioco delle ombre.

giovedì 20 gennaio 2011

Inquinati.

Passavamo nel tempo, come passato i vestiti dei figli ai propri padri, perché non si hanno abbastanza soldi per arrivare a fine mese, dobbiamo riciclarci in tutto, dai sentimenti più puliti fino a chissà che cosa, li manderemo dritti ad un inceneritore perché non ne avevamo più bisogno, ci svegliavamo in prenda ai nostri incubi ma era solo il pensiero dei vivere una realtà, la nostra realtà, dei venditori ambulanti ciechi che vedevano solo le ombre delle nuvole, e noi che non alziamo nemmeno più lo sguardo al cielo, i parcheggi che erano vuoti e tristi come certi nostri conoscenti a cui avevamo dato abbastanza ossigeno per fidarci, stringevamo forte i nostri cordoni ombelicali quando avevamo paura, rimanevamo in scatole a forma di cuore per intere settimane perché faceva freddo, perché non andava il riscaldamento o perché la nostra storia , la loro storia era finita sotto zero, sotto come i ponti, sotto come dei gatti in calore investiti, li guardavamo e pensavamo a noi mentre facevamo l'amore e ci scambiavamo le proteine per osmosi ,se anche noi scoprendoci avremmo fatto la stessa fine, perché è accettato uccidere in questa unità di Italia che di unito ha solo l'odio interno verso tutte le persone, diverse anche solo per la pettinatura , per le tinte causate dalle polveri sottili, in questo grande fratello per lobotomizzati, ci sentivamo noi i casi umani perché non potevamo credere che questo fosse tutto vero, pensavamo a qualche regista drogato dei nostri sogni, dei riflessi delle tue pupille nelle pozzanghere, dalla schiuma dei nostri fiumi inquinati, eravamo inquinati da tutto questo, siamo inquinati.