"Perchè dobbiamo essere repressi quando cerchiamo di fuggire..."

lunedì 2 maggio 2011

Precario

E quando la rabbia inizia a farti digrignare i denti facendoti sanguinare le gengive dalla mancanza di vitamine, sorrisi scadenti intorno e occhi vacui, quanti pugni ancora a quelle mattonelle dei bagni con sangue, sono diventate opere d'arte. Tiriamo giù le tende nere su questo mondo così almeno cadrà anche la notte, lezioni di affogamento nella propria saliva su buste per moribondi e il freddo apre la pelle e attanaglia la mente, moriranno prima o poi anche le farfalle negli stomaci.

martedì 22 marzo 2011

eppure c'è la guerra.

Mentre persone con la bocca aperta ingoiano bombe su bombe, volano via come petali di crisantemi i tetti delle loro case, la calma apparente dei nostri giorni appoggiati sui balconi dove noi vediamo le stelle loro vedono solo le scie dei missili, i lampi dei cuori che con il loro ultimo battito innaffiano di sangue quei campi dove il giorno prima camminavano tranquilli forse per andare a cercare uno spicchio di felicità con gli occhi gonfi , adesso pieni di lacrime, non si sentono più uccelli cantare, sostituiti dagli allarmi antiaerei, antibombardamenti, intanto con la nostra voce finta ostile , finta preoccupata per ciò che sta accadendo infettiamo il mare dove andavamo a nuotare , bagnandoci la testa sotto gli spurghi delle centrali nucleari, erette come altarini a uomini che si credono degli Dei.

mercoledì 9 marzo 2011

una vita tritata

Il padrone ci porterà via in orario su treni merci scadenti, con le schiene rotte e le sanguisughe attaccate ai glutei bianchi come la luna che ci prevedeva il nostro futuro decadente.

Festa delle donne riciclate ai lavori più umili e disarmanti, per salari utili solo a comprare un po di ossigeno per respirare fuori dalle nostre finestre in sottoscala di centri commerciali dove potevi trovare anche delle anime a buon mercato. Lotti di cervelli ubriachi del sabato sera prima con la bava alla bocca e i denti rotti per un parcheggio in corso Como. Viva la tumefazione interiore , ci trasformeremo in uomini di sabbia portata via dal vento senza una direzione, scrivendo queste parole ingoio frammenti di vetro rotti , la gola brucia più del cuore perso in qualche discarica abusiva.

martedì 1 marzo 2011

no.

Carte di credito per ricomprare i nostri organi che si decomponevano davanti a certe eventualità della vita/con i sciroppi per la tosse facevamo dei grossi gargarismi come terremoti perchè la musica di oggi non ci piaceva e quante sigarette spese buttate/accese con la benzina strizzata dai distributori/strizzavamo anche l'inchiostro dalla penna per sputare queste poche righe confuse su dei fogli volanti/spazzolini per lavarsi i denti usati come antistress/avevo voglia di spiccare il volo.


venerdì 25 febbraio 2011

è realtà

Quando mettevamo fuori le nostre teste dai gusci delle verande|vedevamo solo vecchi Frankestein su biciclette arrugginite come i miei pensieri|i cani ululavano imprecando aiuto o forse ce l'avevano solo con il sole che mostrava questa realtà parassitaria|il catarro delle tue offese che si staccavano dai bronchi ma non dalla mente|tenevamo sempre la sigaretta in mano come la nostra vita e|lentamente bruciava.

domenica 6 febbraio 2011

Sarà così.

Eppure in questi momenti vedevo intorno a me solo gli scarichi delle industrie chimiche, mi mancava terribilmente la luna, sapendo che non ci sarei mai arrivato, desideravo la pioggia acida che lavasse via tutto, anche le imperfezioni della tua pelle e le ginocchia sbucciate rosse come certi tramonti che ormai mi sono dimenticato perchè tutto era propinato e impacchettato dalle televisioni accatastate nelle nostre 4 mura , come un nuovo manicomio. Per risvegliarci da questi stati comatosi ci facevamo di eterni elettro shock , ma la batteria il più delle volte era scarica.

Ci addobbavamo di lacci emostatici per bloccare le sofferenze e amavo quei microfoni che sanguinavano con la tua musica distorta,specchiamoci costantemente in muri bianchi, muri del pianto, muri scritti e muri coperti dal muschio che splendeva sempre verso nord e ci veniva voglia di partire ma eravamo bloccati dalle madri che ci tenevano al guinzaglio con dei cordoni ombelicali .

domenica 30 gennaio 2011

titolo?

Come pubblicizzavamo bene i nostri sentimenti fittizi le nostre soste vietate solo per bere qualcosa e le ronde ci deportavano via volentieri. I nostri sogni diventavano polveri sottili e ci parlavano di crisi. Più tardi saremo terribilmente vecchi. Non avremo nipoti a cui raccontare le nostre storie perché con le centrali nucleari sui soffitti saremo alquanto sterili e stanchi. Quando ritornavamo ognuno a casa propria la neve aumentava/mi ricordava il plasma che si scioglieva su quelle lingue di catrame/le prostitute che diventavano pupazzi.

Ogni volta che ti emozionavi/i tuoi occhi diventavano palloni aerostatici che puntualmente andavano a bucarsi contro i tralicci dell'alta tensione/ti asciugavo con le parole e intanto/ci fondevamo.

lunedì 24 gennaio 2011

...

Tutte quelle perturbazioni titubanti/quelle previsioni al telegiornale la sera prima/per vedere quanto eri lunatica il giorno dopo e se avevi voglia di fare l'amore/l'estradizione delle tue parti molli che rifiutavi sempre/per quanto mi mancavi sopperivo con il gioco delle ombre.

giovedì 20 gennaio 2011

Inquinati.

Passavamo nel tempo, come passato i vestiti dei figli ai propri padri, perché non si hanno abbastanza soldi per arrivare a fine mese, dobbiamo riciclarci in tutto, dai sentimenti più puliti fino a chissà che cosa, li manderemo dritti ad un inceneritore perché non ne avevamo più bisogno, ci svegliavamo in prenda ai nostri incubi ma era solo il pensiero dei vivere una realtà, la nostra realtà, dei venditori ambulanti ciechi che vedevano solo le ombre delle nuvole, e noi che non alziamo nemmeno più lo sguardo al cielo, i parcheggi che erano vuoti e tristi come certi nostri conoscenti a cui avevamo dato abbastanza ossigeno per fidarci, stringevamo forte i nostri cordoni ombelicali quando avevamo paura, rimanevamo in scatole a forma di cuore per intere settimane perché faceva freddo, perché non andava il riscaldamento o perché la nostra storia , la loro storia era finita sotto zero, sotto come i ponti, sotto come dei gatti in calore investiti, li guardavamo e pensavamo a noi mentre facevamo l'amore e ci scambiavamo le proteine per osmosi ,se anche noi scoprendoci avremmo fatto la stessa fine, perché è accettato uccidere in questa unità di Italia che di unito ha solo l'odio interno verso tutte le persone, diverse anche solo per la pettinatura , per le tinte causate dalle polveri sottili, in questo grande fratello per lobotomizzati, ci sentivamo noi i casi umani perché non potevamo credere che questo fosse tutto vero, pensavamo a qualche regista drogato dei nostri sogni, dei riflessi delle tue pupille nelle pozzanghere, dalla schiuma dei nostri fiumi inquinati, eravamo inquinati da tutto questo, siamo inquinati.